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al testo di Dereck Louvrilanm
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Come un segugio il naso punta in fede il polline denso del panorama schierato come in censo (conta che sia smarrito, per rifiutarlo semplicemente). Si agita la coda degli occhi quando trova trame nel vetro e il segno è in odore di miracolo, o in dolore. Invoca di uscirne presto così diminuiranno gli inserti volanti delle guide metalliche proprio come transenne della stracittadina corrente. Perso per perso ho già vinto l’universo.
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